sabato 18 aprile 2009

ASSICURAZIONI CONTRO I TERREMOTI: UNANIME LA SOLUZIONE DI UN SISTEMA RISARCITORIO MISTO PUBBLICO-PRIVATO.

Da Antonio Coviello, docente marketing assicurativo-II università di Napoli, ricevo questa lettera che ritengo interessante e per questo lo pubblico integralmente.

"Occorrono subito oltre 10 miliardi di euro per procedere alla ricostruzione degli edifici colpiti dal terremoto in Abruzzo. Il rischio è che al grave danno subìto si aggiunge la beffa, ovvero quella di dover sopperire con una ciò che poteva essere pianificato e regolato attraverso lo strumento assicurativo, che oggi appare l'unico strumento di tipo mutualistico a poter fornire risarcimenti celeri in caso di calamità naturali, con costi contenuti". A parlare nuovamente della proposta di rendere le polizze assicurative obbligatorie, o comunque incentivate, contro le calamità naturali è Antonio Coviello, docente di Marketing assicurativo nella II Università di Napoli e ricercatore presso l'IRAT-CNR, fra i massimi esperti della materia, che ha approfondito l'argomento anche nel corso della trasmissione radiofonica "Italia, istruzioni per l'uso", condotta da Emanule Falcetti su Radio1-Rai. Pareri unanimi sulla proposta, infatti, sono arrivati dalle massime autorità di settore (Isvap, Ania) e dall'opinione pubblica, favorevoli a risolvere la questione."3,5 miliardi di euro in media stimati è il costo medio annuo che lo Stato si accolla per gli eventi catastrofali che si abbattono sul nostro Paese. Un costo non più sopportabile.", ha spiegato l'esperto. "La previsione di incremento della frequenza dei disastri naturali, quali i terremoti, ma anche disastri di natura idro-geologica, eruzioni vulcaniche, ecc., fanno dell'Italia un Paese ad . Con una presenza privata, di sicuro il ristoro di un danno sarebbe molto più tempestivo di quanto avviene adesso con il solo intervento dello Stato, che ha assunto tutti gli oneri di ricostruzione post-emergenza, con evidenti , connessi anche alla mancanza di una cultura preventiva. Ora l'ultima parola spetta alla politica, che appare matura per prendere una decisione che ci allineerebbe a Paesi come Francia, Giappone, Australia, Svizzera, che già usano lo strumento assicurativo per tali circostanze", ha concluso Coviello.

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