

I narcos del litorale Domizio importavano droga e la spacciavano per conto del clan che li retribuiva con uno stipendio mensile. Con l'operazione Matriarca i carabinieri di Mondragone, in provincia di Caserta, coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, hanno portato in carcere 38 persone a Giugliano come a Mondragone, a Castelvolturno, ma anche a Milano e a Reggio Emilia. Fra loro ci sono alcuni personaggi legati al gruppo di Giuseppe Setola, l'ala stragista del clan dei Casalesi, come Alessandro Cirillo, raggiunto in carcere da quest'altra accusa.
Come è spiegato nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare il gruppo degli "stragisti" nel periodo dal 2004 al 2008 si occupava di gestire e controllare lo spaccio e il traffico di droga, dando uno stipendio allo spacciatore che vendeva la roba per conto del gruppo ed aveva in cambio oltre ai soldi la tranquillità di non essere disturbato.
Una sorta di concessione: lo spacciatore vendeva la merce e riceveva in cambio un pagamento settimanale o mensile dal gruppo. Fra gli arrestati c'è anche Alfonso Cesarano, il giovane che venne fermato all'indomani della strage degli africani a Castelvolturno con l'accusa di aver partecipato al raid con la banda di Giuseppe Setola. Venne messo in libertà perchè lo scagionò Oreste Spagnuolo, un protagonista del gruppo di fuoco, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia. Con Cesarano sono stati arrestati anche il padre, il fratello,la sorella, la moglie e la suocera che già in passato era incappata in guai giudiziari per gli stessi reati.
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