mercoledì 29 aprile 2009

DALL'IMPRESA UN AIUTO PER IL TURTLE POINT, L'OSPEDALE DELLE TARTARUGHE





Sono 77 le tartarughe marine ospiti del Turtle Point, l’ospedale della stazione zoologica di Napoli che si occupa della cura di questa specie così preziosa per l’uomo. Hanno tutte un nome e tutte una storia da raccontare: Avventura, salvata miracolosamente dopo un incontro troppo ravvicinato con un vaporetto, Rocco, che ha perso una pinna rimanendo impigliato in una rete per pescatori, Isabel donata da Jacques Cousteau all’acquario di Stoccarda e la "clandestina" Sandra, che appena nata ha viaggiato in aereo nascosta nella tasca di una giacca.
"Non potete immaginare quante ne ricoveriamo ogni anno", sottolinea Flegra Bentivegna, responsabile del Turtle Point, e aggiunge: "Le curiamo per metterle in condizione di ritornare in mare, per salvaguardare la sopravvivenza della specie. Molti non lo sanno, ma se le tartarughe marine si estinguono, si scompagina l’ecosistema. E chi ci rimette è l’uomo".
Il Turtle Point opera dal 2004 nell’area di Bagnoli Futura. Tra costo del personale, vitto e alloggio per le tartarughe (sono accudite in speciali vasche) e spese mediche "ci vogliono
davvero tanti soldi per mantenere in vita questa struttura, dice la dottoressa Bentivegna. Per fortuna c’è chi ci dà una mano". Martedì 28 aprile la Carpisa, azienda che ha come marchio
proprio una tartaruga, ha consegnato al Turtle Point un assegno di 22.000 Euro, il ricavato di una campagna promozionale a favore dell’ospedale. "In un momento come questo – ha detto durante la conferenza stampa Luciano Cimmino, socio della Carpisa – può sembrare fuori posto occuparsi di tartarughe. Ma si tratta di un impegno preso in precedenza e nel contempo non abbiamo fatto mancare il nostro appoggio alle popolazioni dell’Abruzzo".

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