I poliziotti della Squadra Mobile di Caserta con la collaborazione della Scientifica e dell'8. reparto bersaglieri dell'esercito hanno arrestato Franco Letizia, 32 anni, inserito nell’elenco dei 100 latitanti di massima pericolosità del Ministero dell’Interno.
Letizia è stato individuato in un’abitazione di via Cilea a San Cipriano d’Aversa, ed è considerato l’attuale reggente del “clan Bidognetti” dopo la cattura di Giuseppe Setola. Pregiudicato, era latitante da oltre un anno ed è destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, per 416 bis, estorsione ed altro.
L’individuazione del rifugio ove si trovava Franco Letizia è frutto di una prolungata attività investigativa, coordinata dalla Procura distrettuale di Napoli e supportata da servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, protrattasi per diversi mesi, che aveva già condotto alla cattura, il 4 marzo scorso, in un complesso residenziale di Acerra, del padre Armando.
insieme al latitante, sono stati tratti in arresto per favoreggiamento personale, aggravato dall’aver agito al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata clan dei casalesi – fazione bidognetti, Antonio Diana, cl. 68’, con precedenti per falso, proprietatrio dell’abitazione, e Carlo Corvino, cl. 69, pregiudicato per associazione di stampo mafioso ed armi. Successive perquisizioni locali e domiciliari hanno permesso di rinvenire e sequestrare numerosi “pizzinni” ritenuti di notevole interesse investigativo.
Letizia è stato individuato in un’abitazione di via Cilea a San Cipriano d’Aversa, ed è considerato l’attuale reggente del “clan Bidognetti” dopo la cattura di Giuseppe Setola. Pregiudicato, era latitante da oltre un anno ed è destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, per 416 bis, estorsione ed altro.
L’individuazione del rifugio ove si trovava Franco Letizia è frutto di una prolungata attività investigativa, coordinata dalla Procura distrettuale di Napoli e supportata da servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, protrattasi per diversi mesi, che aveva già condotto alla cattura, il 4 marzo scorso, in un complesso residenziale di Acerra, del padre Armando.
insieme al latitante, sono stati tratti in arresto per favoreggiamento personale, aggravato dall’aver agito al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata clan dei casalesi – fazione bidognetti, Antonio Diana, cl. 68’, con precedenti per falso, proprietatrio dell’abitazione, e Carlo Corvino, cl. 69, pregiudicato per associazione di stampo mafioso ed armi. Successive perquisizioni locali e domiciliari hanno permesso di rinvenire e sequestrare numerosi “pizzinni” ritenuti di notevole interesse investigativo.
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