giovedì 28 maggio 2009

"GIUDIZIO FINALE": NOME IN CODICE DELLA RETATA CONTRO IL CLAN BELFORTE DI MARCIANISE: 5 ARRESTI, 40 INDAGATI E 50 MILIONI DI EURO SEQUESTRATI


Quello che leggete di seguito è il comunicato stampa diffuso dal Comando Carabineiri per la Tutela dell'Ambiente su un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia contro un clan della camorra del Casertano
All’inizio del 2007, nell’ ambito del procedimento penale istruito dalla D.D.A. di Napoli – D.ssa M.C. RIBERA - Dr. R. FALCONE – Dr. CONSO, i Carabinieri del Comando per la Tutela dell’Ambiente di Napoli e Roma raccolsero elementi investigativi che inducevano a ritenere che gran parte dei rifiuti speciali prodotti nella provincia di Caserta erano di fatto gestiti dalla criminalità organizzata di tipo camorristico; in particolare dal clan dei “Mazzacane”, egemone nei comuni di Marcianise, S. Nicola la Strada, Capodrise ed aree limitrofe facente capo ai fratelli Belforte Domenico e Salvatore , storicamente contrapposti al clan dei casalesi nel controllo delle suddette aree. Dopo circa tre mesi, vi fu un primo sviluppo delle indagini che portò al fermo di indiziato di delitto di quattro persone, tra le quali il figlio del capo clan dei “Mazzacane”, resisi responsabili dei reati di violenza e minaccia nonché falsità ideologica in atti pubblici e corruzione in atti giudiziari, con il fine di ottenere falsa documentazione medica da utilizzare per la scarcerazione della moglie del capo clan Belforte Domenico, Buttone Maria (operazione “Pronto soccorso”).In data 04.04.2008, nell’ ambito del medesimo procedimento penale, venne emanata ulteriore delega, diretta ai N.O.E. CC. di Caserta, Roma ed alla G. di F. di Marcianise per la parte strettamente riguardante gli accertamenti patrimoniali.A seguito di tale ulteriore attività investigativa:- in data 20 e 21.10.2008, venivano tratti in arresto e sottoposti a fermo di indiziato di delitto, 5 soggetti riconducibili al clan “Mazzacane”, che avevano posto in essere un’attività estorsiva ai danni di un titolare di impianto di recupero rifiuti ubicato in Caserta (operazione “Pizzo sul pizzo” )- in data 04.12.2008, venivano sottoposti a fermo di indiziato di delitto, ulteriori 2 soggetti riconducibili al clan “Mazzacane” , ritenuti responsabili di un’attività estorsiva posta in essere ai danni di un ulteriore titolare di impianto di recupero rifiuti, ubicato sempre nella provincia di Caserta (operazione “Scacco al re” ).Tutti gli elementi investigativi raccolti nell’ ambito del procedimento penale di cui sopra, sono confluiti in un’annotazione conclusiva, redatta dai NOE CC. di Caserta e Roma e dalla Compagnia della G. di F. di Marcianise, depositata nel mese di marzo 2009 presso l’autorità giudiziaria delegante.L’annotazione, che ha visto il deferimento di 43 soggetti (a carico dei quali sono stati ravvisati, a vario titolo, reati che vanno dall’ associazione per delinquere di tipo camorristico al concorso esterno con tale associazione, dalla ricettazione al riciclaggio, dal reimpiego di denaro all’attribuzione fittizia di beni mobili ed immobili di fatto riconducibili all’associazione), ha portato alla emissione da parte del Tribunale di Napoli – Ufficio G.I.P. Dr. Alessandro Buccino Grimaldi, previo accoglimento della richiesta dei P.M. titolari delle indagini, di 5 ordinanze di custodia, all’emissione di numerosi sequestri di beni immobili (abitazioni, impianti industriali ecc.), nonché al sequestro di conti correnti bancari, auto di lusso ed altro, per un valore complessivo di circa 45.000.000,00 €.I rei si sono resi responsabili, a vario titolo, con i germani Belforte Salvatore e Domenico ed altri in corso di identificazione, di associazione di tipo camorristico operante prevalentemente nella provincia di Caserta tesa ad acquisire in modo diretto il controllo del territorio, con la commissione di delitti contro la persona, contro il patrimonio, di traffico illecito di rifiuti e di falsificazioni di documenti di trasporto dei rifiuti ed infine di riciclaggio e di reimpiego di capitali di provenienza illecita. In modo l’organizzazione criminale si garantiva il controllo delle attività economiche attraverso la gestione monopolistica di interi settori imprenditoriali e commerciali ed, in particolare, nel settore dei rifiuti.Altri 38 soggetti risultano indagati, in stato di libertà, per i medesimi reati.

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