Durante indagini partite dal ferimento di un imprenditore edile che non si era più rivolto al citato impianto, i militari dell’Arma hanno scoperto che la società, già confiscata al clan, aveva ripreso l’attività cambiando i formali intestatari ed imponendo la fornitura di calcestruzzo, tra l’altro risultato di pessima qualità, a tutte le imprese edili operanti nell’area.
Nel corso dell’intervento sono state sequestrate tutte le quote societarie dell’azienda ed i mezzi di produzione e distribuzione nonché conti correnti per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro.
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