sabato 27 giugno 2009

2.EDIZIONE DEL FESTIVAL DI IMPEGNO CIVILE LE TERRE DI DON PEPPE DIANA: TANTA GENTE E TANTA ATTENZIONE IN PIU'


Terminato il 2. Festival di Impegno Civile “Le Terre di Don Peppe Diana”, l’unica rassegna che si svolge all'interno delle strutture confiscate alla criminalità, promossa dall’Associazione “Libera” e dal Comitato Don Peppe Diana, ed è tempo di bilanci.
Una rassegna sicuramente cresciuta rispetto alla prima edizione sia per la qualità dei contenuti offerti che da un punto di vista artistico ma, è necessario sottolinearlo, anche per il seguito di pubblico presente durante i dibattiti e le serate, (oltre mille presenze solamente in occasione del concerto di Peppe Barra a Sessa Aurunca) quando sono stati presentati produzioni teatrali e musicali in anteprima nazionale. Una Rassegna oramai di respiro regionale che con le tappe di Napoli, ai quartieri spagnoli, e di Quindici nell’avellinese, ha offerto la possibilità di allargare i confini de “Le Terre di Don Peppe Diana” e di moltiplicare in modo esponenziale il numero dei “Cittadini in Cammino”.
Il Festival è stato inaugurato da una manifestazione importantissima come quella della pulitura e della semina di terreni confiscati alla camorra, nel comune di Cancello ed Arnone, dove, unitamente alla masseria di Castel Volturno, nascerà la prima cooperativa campana chiamata “Le terre di Don Peppe Diana-Libera Terra” che produrrà mozzarella di bufala. Una giornata che ha visto protagonisti Don Luigi Ciotti, il presidente di Libera, ed il papà di Don Peppe Diana, che alla guida dei tanti volontari giunti sul posto, dei rappresentanti degli oltre trenta Enti che sosterranno questo percorso hanno deciso di essere su questi territori il 19 giugno riappropriandosi di quei terreni che fino a qualche tempo fa erano ancora occupati dalla camorra. Il Festival è poi proseguito con le altre attività che ha visto impegnati giornalisti, magistrati, rappresentanti del mondo della cultura, delle università, dell’associazionismo ed artisti che hanno raccontato, denunciato ma, allo stesso tempo, deciso di impegnarsi per costruire con un impegno quotidiano una struttura sempre più organica ed operativa che possa rappresentare un punto di riferimento importante.
Una tre giorni, dunque, dall’alto valore morale e civile che fa di quei luoghi dove si programmavano spedizioni di morte e la distruzione sistematica dei territori in luoghi di emancipazione sociale e civile. Una tre giorni che si presenta sempre più come un appuntamento dove far convergere eventi di interesse nazionale ed internazionale proprio come quello voluto dal Ministero Affari Esteri che ha all’interno del Festival ha realizzato il tavolo nazionale degli Interventi Civili di Pace.
C'ero anche io, per moderare una tavola rotonda di alto profilo sui beni sequestrati e confiscati e sul ruolo della stampa: certo scriverne, parlarne, far vedere le immagini dei tesori dei clan è importante (ancora di più lo è far sì che quei beni vengano utilizzati per scopi sociali) e bisogna che se ne parli o si scriva sempre di più di questi argomenti ma non è sempre facile. Bisogna fare i conti con la cronaca che ingoia, che fagocita le notizie e ne vuole ingoiare sempre di più ma diverse. Io credo che bisognerebbe riuscire a trovare da parte nostra - seguendo anche i suggerimenti di lettori, ascoltatori, telespettatori - un modo più interessante di comunicare queste notizie. Voi che ne pensate? A.

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