Il provvedimento restrittivo è stato emesso sulla scorta di indagini avviate dalla squadra mobile di Caserta a seguito di una serie di attentati consumati negli ultimi mesi nei confronti di esercenti di attività commerciali nei comuni limitrofi a Caserta ed in particolare in San Nicola La Strada e San Marco Evangelista. Una delle vittime, in particolare, avrebbe subito direttamente dal Cortese una perentoria richiesta estorsiva a cui aveva opposto un netto rifiuto, sottovalutando forse lo spessore criminale del giovane che benchè incensurato ha stretti legami di parentela con personaggi di elevato spessore criminale nell’ambito del clan Belforte di Marcianise.
E' stata danneggiata la serranda di un bar, tramite esplosione di una bomba carta, e, dopo alcune settimane, incendiata la porta di ingresso e gli infissi di un “punto internet”. Entrambi gli esercizi erano gestiti dalla vittima che “doveva” pagare il pizzo. Franco Cortese avrebbe infatti richiesto
la somma di denaro in nome del clan “Belforte” facendo riferimento ad uno dei suoi più noti e temuti esponenti, nonché suo zio, cioè Antonio Bruno, soprannominato “tonino carusone”, pregiudicato per stupefacenti, evasione, associazione di tipo mafioso, ricettazione, sequestro di persona a scopo di rapina, armi, estorsione, danneggiamento.
Antonio Bruno è ritenuto il referente del clan “belforte-mazzacane” di Marcianise sul territorio di San Nicola La Strada e San Marco Evangelista e nell’area contigua al capoluogo.
Franco Cortese il 24 aprile scorso, era rimasto vittima di un attentato allorché, intorno alle 16.50, in san nicola la strada, due persone col volto travisato da casco e viaggianti a bordo di uno scooter, gli esplodevano contro decine di colpi d’arma da fuoco, ferendolo gravemente, tanto che era stato ricoverato presso il reparto rianimazione dell’ospedale civile di Caserta.
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