lunedì 1 giugno 2009

REFERENDUM SUL CONTRATTO DEI GIORNALISTI: IL 3 GIUGNO I RISULTATI DI UN VOTO INUTILE

Nei giorni di venerdì e sabato si votava per dire si o no al nuovo contratto nazionale dei giornalisti: detta così sembra un bell’esercizio di democrazia, se non fosse che:
-il contratto era stato non solo già approvato dall’assemblea dei CdR ma, prima ancora di quel voto, era stato reso già esecutivo, con l’applicazione -in alcune aziende editoriali- dell’assorbibilità degli aumenti e, per tutti, degli scatti d’anzianità congelati;
- il voto di venerdì 30 maggio e di sabato 31, benché inutile, è stato persino reso difficoltoso dalle modalità di esercizio (l’orario fino alle 18, il pagamento o meno dell’Inpgi2….) che prevedevano a ridosso di un ponte lungo la presenza fisica del giornalista nel seggio! E pensare che ormai noi giornalisti votiamo quasi tutto via web: perché un voto inutile, solo d’opinione, non poteva essere espresso allo stesso modo?
Dunque a che cosa è servito il referendum per dire SI o NO al contratto nazionale? A me è sembrato piuttosto l’estrema buffonata. Di quelle che spaccano la categoria, se ancora esiste una categoria.

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