Centinaia di immobili, terreni, allevamenti, auto e imbarcazioni, l'azienda agricola la Balzana, ex Cirio, i cui proprietari furono costretti a vendere alle persone indicate dai clan, lo zuccherificio Ipam, uno dei più importanti negli anni 90: è il tesoro dei Casalesi restituito allo Stato con l'Operazione Nemesi. Più di 700 milioni per una prima tranche alla quale si stanno aggiungendo altri beni in queste ore e poi società, conti correnti, titoli. Come ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, una stima prudenziale per un patrimonio che si aggira sui 2 miliardi di euro.
giovedì 8 aprile 2010
CAMORRA, SEQUESTRATO IL TESORO DEI CASALESI. QUASI 2 MILIARDI DI EURO. CON LE CONGRATULAZIONI DI NAPOLITANO, BERLUSCONI E MARONI
E' il più grosso sequestro di beni nei confronti della malavita organizzata, un colpo durissimo alla camorra imprenditrice, quella dei Casalesi: lo hanno portato a termine in queste ore gli uomini della Dia, la Direzione investigativa antimafia di Napoli e i Carabinieri di Caserta.
Centinaia di immobili, terreni, allevamenti, auto e imbarcazioni, l'azienda agricola la Balzana, ex Cirio, i cui proprietari furono costretti a vendere alle persone indicate dai clan, lo zuccherificio Ipam, uno dei più importanti negli anni 90: è il tesoro dei Casalesi restituito allo Stato con l'Operazione Nemesi. Più di 700 milioni per una prima tranche alla quale si stanno aggiungendo altri beni in queste ore e poi società, conti correnti, titoli. Come ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, una stima prudenziale per un patrimonio che si aggira sui 2 miliardi di euro.
Centinaia di immobili, terreni, allevamenti, auto e imbarcazioni, l'azienda agricola la Balzana, ex Cirio, i cui proprietari furono costretti a vendere alle persone indicate dai clan, lo zuccherificio Ipam, uno dei più importanti negli anni 90: è il tesoro dei Casalesi restituito allo Stato con l'Operazione Nemesi. Più di 700 milioni per una prima tranche alla quale si stanno aggiungendo altri beni in queste ore e poi società, conti correnti, titoli. Come ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, una stima prudenziale per un patrimonio che si aggira sui 2 miliardi di euro.
Quello di oggi è il più grande sequestro di capitali in odore di camorra. Tutti beni riconducibili a Dante Passarelli, morto nel 2004 in circostanze strane, mentre era sotto processo perchè considerato imprenditore di fiducia di personaggi del calibro di Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti, ma che si è sempre professato vittima della camorra. Un patrimonio immenso, fatto sequestrare dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli grazie alla normativa varata dal governo nel 2008 che ha consentito di colpire gli eredi Passarelli, cioè la moglie e i 6 figli, in virtù di una grande differenza tra i loro redditi e il patrimonio nella loro disponibilità. Una normativa che verrà sicuramente applicata in molti altri casi.
Per l'operazione anche il plauso del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
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